Ieri stavo facendo una considerazione che vorrei esporvi.
Cos'è che ci fa dire che una fan fiction (o una storia in generale, ma qui parliamo di un tipo specifico) ci piace e merita il nostro parere positivo?
Si potrebbe dire che è estremamente soggettivo e sarebbe vero.
I gusti personali giocano un ruolo importante e, nel mondo delle FF, ci possono essere anche alcuni elementi di discrimine in più, come i pairing graditi o sgraditi, che modificano il giudizio su una storia.
Tralasciando il gusto personale, però, cosa è essenziale perché una storia meriti di essere letta?
Provo a dire la mia.
(Mi sono resa conto che è un post
orribilmente lungo e quindi, per il vostro intrattenimento, lo farò commentare dal nostro Potion Master preferito, che ha gentilmente accettato di assistermi. Grazie, Professore, procediamo pure.)
Per prima,
primissima cosa, la proprietà di linguaggio, il banalissimo saper scrivere, fluido, disinvolto, corretto.
Non dico che, per passare il primo scrutinio, una FF debba esser scritta come se il Dio Della Prosa si fosse incarnato in essa. Dico però che la scrittura deve essere
matura. E' quella sottile differenza che difficilmente riesco a spiegare, vediamo di provarci.
Il testo scritto da un ragazzino di prima media per il tema in classe, se letto da un genitore, un parente, un insegnante e trovato ottimo, perfetto e degno di ogni lode, sarà probabilmente scritto in maniera corretta, fluida, magari anche ispirata e a tratti, chi lo sa, persino poetica, geniale e assolutamente perfetta.
Ma sarà sempre il testo scritto da un ragazzino di undici anni.
Credetemi, ho delle cose scritte a undici anni, ne ho parecchie, ho anche qualche tema delle medie. Ricordo gli elogi, lo stupore, persino, degli adulti nel leggere. Li rileggo e sorrido, sono molto carini, ma sono scritti da una bambina di undici anni. La grammatica è buona, la sintassi pure, il vocabolario ricco, ma la prosa è immatura, ingenua.
Ecco. Per prima cosa la prosa di una fan fiction deve essere almeno passabilmente matura, elaborata, fluida.
Se no non andiamo avanti.
Se no, dato il campo in cui ci muoviamo, si rischia l'effetto "che dolce, è il ragazzino che gioca a inventarsi le storie coi suoi personaggi preferiti!"
E' gioco di ruolo, se vogliamo e io sono
estremamente favorevole al gioco di ruolo, io sono fortemente dipendente dal gioco di ruolo, però è un'altra cosa. Con alcuni punti in comune che un giorno magari esploriamo, ma è un'altra cosa.
Chi scrive fan fiction non deve essere per forza un dio della letteratura, un virtuoso della prosa, un mago della pagina. Sarebbe sufficiente un pulito, scorrevole stile giornalistico, una gradevole disinvoltura, un modo di scrivere che ti faccia concentrare sulla storia che stai leggendo, insomma.
Poi c'è la questione
grammatica e sintassi. E' raro che chi scrive con prosa fluida e matura abbia problemi in questo campo e, quando ce li ha, si tratta spesso di errori dovuti a distrazione, cancellature, modifiche non revisionate e via dicendo.
Facciamo TUTTI errori, a tutti capitano castroni imbarazzanti, parlando o scrivendo. Ci si distrae, si modifica una frase a metà e ci si dimentica di correggerla, ci sfugge alla centomillesima revisione perché ormai abbiamo gli occhi a forma di PC.
Capita.
Però sarebbe meglio di no.
Errare è umano, correggere è divino.
E c'è un livello di orrore e di errore che supera la modica quantità.
La modica quanità è quella tollerabile, quella che ti fa pensare che, in fondo, non è improtante una svista e che si può andare avanti con la lettura.
Resta il fatto che se io vedo più di una volta un congiuntivo sbagliato, una consecutio arrotolata o, per l'inglese, verbi messi a caso, pronomi nel posto sbagliato e via dicendo, smetto di leggere.
Poi c'è il
tipo di linguaggio usato.
Se stiamo scrivendo del Potterverse, ci sono alcune cose dalle quali
non si può prescindere.
E' un mondo magico, ad esempio. E' un mondo in cui i personaggi difficilmente dicono cose come "Oh mio dio", perché la religione è un argomento che saggiamente Madama Rowling lascia cadere negli angoli. Magari Hermione, nata babbana, può dirlo, una volta o due, ma un Ron decisamente no.
E' altrettanto brutto vedere i personaggi che sacramentano come scaricatori ai quali sia caduto un macigno sul callo.
Qualche tempo fa, chiusi una FF dopo avere letto la seguente frase:
"Oh, cazzo, Ron, che due palle, sei sempre a rompere i coglioni!"
Benvenuti ad Hogwarts, eh.
I personaggi di questo universo narrativo non parlano così, non compongono le frasi in questa maniera. Se si stesse scrivendo una FF su
Misfits, ad esempio, non stonerebbe affatto, anzi. Ma se parliamo del Potterverse, allora no, no grazie.
Esclamazioni, riferimenti, battute, proverbi e modi di dire, sono il riflesso di una cultura
magica. E' divertente, per un autore, crearli e usarli. E' favoloso per un lettore andarli a scoprire leggendoli.
(E' da ubernerd usarli nella vita reale... ahem. Chi? No, no, niente...)
Fino a qui ho tirato fuori solo questioni di forma, mi rendo conto.
Probabilmente perché sono quelle principali, dal mio punto di vista. E' successo più di una volta che iniziassi a leggere una FF con un pairing che non mi ispirava, con una trama così così, ma continuassi a farlo perché era scritta molto bene.
Eccolo lì, il sacro Graal, lo "scrivere bene" che dovrebbe essere il punto di partenza di ogni autore di FF.
Ci vorrebbero tre cose per mettersi a scrivere la fan fiction ideale:
- una buona idea per partire
- scrivere bene per continuare
- un beta reader per concludere
Con questi tre elementi, secondo me si va abbastanza lontano, no?
Eppure, quando leggiamo, decidiamo se una storia ci prende dalle prime dieci, venti righe al massimo. Difficilmente cambieremo opinione più avanti, difficilmente andremo avanti a leggere, il più delle volte, se le prime dieci righe sono pessime. Se sono noiose, magari, possiamo perseverare e vedere se migliora, ma se sono proprio pessime...
Di conseguenza, lo stile gioca un ruolo assolutamente
fondamentale.
A meno che l'autore non abbia un'idea assolutamente
geniale e la butti lì nelle prime dieci righe di storia, catturando il lettore anche se la scrittura non è da Pulitzer.
Però la
trama è importante.
Ci sono FF scritte molto bene e nelle quali in fondo non succede qualsi nulla. Vero. Però l'idea di fondo è intrigante. Magari è solo una digressione nei pensieri di un personaggio, ma una digressione interessante.
Il
tema della storia deve catturare, deve farti venir voglia di andare avanti a leggere, magari anche a dispetto di uno stile di scrittura non perfetto.
Ci sono autori di FF che non si preoccupano granché della trama e sostanzialmente scrivono una storia che ruota tutta attorno alla relazione dei personaggi del pairing d'elezione. Raramente questo porta a una bella storia. Ho detto
raramente, però, non
mai.
Certo, va benissimo che tu stia attaccato come una cozza a quei due personaggi, che tu mi racconti per filo e per segno di loro, del loro punto di vista e delle loro notti di fuoco, ma, per le mutande di Merlino, fai anche succedere
qualcosa!
Altrimenti esiste una cosa
meravigliosa, si chiama PWP, Porn Without Plot, ed è un genere di storia che io apprezzo immensamente.
Quando scrivo FF (sì, lo faccio, e temo che le critiche che muovo un giorno mi si ritorcano contro...) lo faccio per divertimento, per esercizio, per piacere. Cerco di far venir fuori il meglio che posso, naturlamente, ma non credo di stare scrivendo l'Ulisse.
Se poi un giorno mi dovesse uscir fuori un capolavoro, per una fortunata combinazione di impegno e ispirazione, ovviamente ne sarei estasiata, ma non mi illudo, non ho pretese.
Ecco, cerco la stessa cosa, a volte, negli autori che leggo, non avere pretese. Se ti interessa solo raccontare di come Luna e George lo facciano come conigli dalla mattina alla sera, fallo. (Pun intended^__^) Fallo senza cercare giustificazioni e scrivi una bella FF PWP.
Nota bene che poi, nel PWP, spesso la trama c'è, ma è secondaria rispetto a tutto l' hype sessuale che si consuma tra le pagine.
Ho letto anche dei PWP con una bella storia dietro, con una bella idea per giustificare il tutto, magari, con una bellissima intuizione sul perchè due personaggi finissero a letto insieme e via dicendo.
Mi rendo conto di star divagando (non lo faccio mai, vero?) e cerco di riprendere le fila del discorso.
La trama, l'intreccio del racconto, il pretesto da cui si parte, lo svolgersi degli eventi, sono importanti.
Se una FF è solo un'interminabile serie di dialoghi introspettivi, senza che nulla di interessante accada, difficilemente mi catturerà.
Se al contrario è tutta super-azione e niente riflessione... Idem, non mi piace particolarmente.
Ci vuole equilibrio, un buon Plot Bunny, magari e soprattutto delle storie plausibili.
Hermione che improvvisamente decide che è d'accordo con Voldemort non è plausibile. E' Muggleborn, è cresciuta con Harry, Voldemort ha ucciso gente che lei conosceva e mille altre ragioni. Se decidi che vuoi raccontare di una Hermione Mangiamorte, me lo devi
giustificare.
E attento, cocco, perché me lo devi giustificare maledettamente bene. Possono bastare tre righe, se sei divinamente bravo o magari può volerci tutta la FF per svelare il mistero, ma in qualche modo quello che fanno i protagonisti non può piovere dal cielo senza una ragione.
Ecco, direi che forse potrei fermarmi qui, anche se di discriminanti per una buona FF ne potrei trovare almeno altre 10.
Vorrei sentire le vostre.